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VERBOTEN PUNX! Breve storia del punk nella Repubblica Democratica Tedesca (1979-1989)

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[Puj] Nella Germania comunista di fine anni ’70 l’esistenza di un adolescente è piatta come le distese di cemento che lastricano la sua città. Noia, e soprattutto, assenza di alternative: un solo canale tv, una sola stazione radio e una sola musica: quella dei dischi dall’Amiga, la casa discografica di stato, il cui catalogo comprende una serie di popstar di regime (celebrità assolute nei paesi della cortina di ferro, mai sentite nominare nel resto del mondo) e ristampe dei dischi occidentali più stupidi, epurati da ogni elemento di decadenza capitalista.La Freie Deutsche Jugend (la Libera Gioventù Tedesca) é l’organizzazione giovanile della DDR, alla quale sono iscritti tre giovani su quattro di età inclusa tra i 14 e i 25 anni; ci si può anche non iscrivere, però poi si va male a scuola, si hanno casini sul lavoro e si viene esclusi da tutto. A rallegrare gli animi, raggiunta la maggiore età, c’é poi il servizio militare obbligatorio nella National Volksarmee, l’Esercito del Popolo. Insomma, una noia colossale, ma soprattutto la sensazione, da far mancare il respiro, di sentirsi chiusi in trappola.

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Teoria e pratica dell’insurrezione — Alfredo M. Bonanno

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Introduzione alla terza edizione

Introduzione alla seconda edizione

Introduzione alla prima edizione

Distruzione e coscienza

Del lavoro fatto

L’elemento contraddittorio

Del porre e del risolvere

Parte prima

I. Che cos’è l’insurrezione

Prima approssimazione essenziale

La limitatezza del movimento di massa

La struttura insurrezionale

L’obiettivo

Il progetto

La decodificazione dell’obiettivo

La violenza dell’attacco

L’occupazione

La parzialià della struttura del potere

II. Lotta rivoluzionaria e insurrezione

La necessità della prospettiva insurrezionale

III. La ribellione

Lo scettico

L’adeguarsi

La rottura

La marginalizzazione

La ribellione disordinata

La ribellione cosciente

Elementi di differenziazione

IV. La logica dell’insurrezione

V. Strategie e metodi insurrezionali

Lo sfruttamento

Strategie e metodi repressivi

Strategie e metodi rivoluzionari

Il problema della strategia

Il rapporto con il livello dello scontro

Le cose fatte a metà

Le cose ben fatte

L’autorganizzazione delle lotte

Un possibile progetto organizzativo

Di alcune porte aperte

Nessuna illusione

Parte seconda

I. “Sinistra Libertaria”

Il nostro programma

Repressione poliziesca e disponibilità rivoluzionaria

Un volantino contro le elezioni

Feltrinelli

Valpreda

Risposta al Gruppo anarchico “Franco Serantini” di Catania

Costruzione nella lotta dell’organizzazione insurrezionale

Risposta alle critiche

Un documento dei gruppi friulani di “Sinistra Libertaria”. Per i contratti

Bozza di un volantino realizzata nel corso dell’occupazione delle case a Milano

La politica come scienza del mantenimento di uno stato di malattia non estremamente grave

Il coraggio delle proprie azioni

II. I nuclei autonomi di base

Un chiarimento necessario

Uno strumento minimo di intervento per ricucire il tessuto delle lotte

Movimento autonomo di base ferrovieri del compartimento di Torino. Organizzazione del nucleo autonomo di base

III. Per l’organizzazione specifica

Chiarimenti necessari

Proposta organizzativa della Federazione Anarchica Scozzese

Schema di discussione per la stesura di un documento organizzativo della Federazione Anarchica Siciliana

IV. La lotta insurrezionale a Comiso contro la base missilistica

Premessa necessaria

La costruzione della base missilistica a Comiso si può impedire

Il movimento anarchico italiano e la lotta contro i missili a Comiso

Documento organizzativo delle Leghe Autogestite

Volantino agli operai dei servizi. (ENEL, SIP, Acquedotto e Nettezza urbana)

Lotta a Comiso e proposta di un Convegno Nazionale Anarchico

Verso l’occupazione della base missilistica

Lettera aperta al movimento anarchico da parte dei compagni anarchici attivi all’interno delle Leghe autogestite contro la base missilistica di Comiso

Insurrezionalismo e organizzazione di massa a Comiso. La lotta contro la base missilistica

Per un’occupazione di massa della base

Cosa bisogna fare per Comiso

Perché siamo per l’occupazione

Gli anarchici e la base del Partito comunista

Cosa significa occupazione di massa

Gli Americani sono già arrivati

La mafia è già a Comiso

Sindacati e lavoro pulito

Pacifismo non vuol dire attesa e rassegnazione

La realtà delle Leghe autogestite

Discorso al PCI

Tutti a Comiso. Volantino per l’occupazione

La lotta a Comiso. Elementi di critica e autocritica

V. A noi il papa non piace

Introduzione necessaria

Comizio tenuto a Trento. Piazza Fiera, 22 aprile 1995

Comizio tenuto a Trento. Piazza Battisti, 23 aprile 1995

Comizio tenuto a Pergine. 24 aprile 1995

Comizio tenuto ad Ala. 25 aprile 1995

Comizio tenuto a Rovereto

L’idea di Dio come fondamento dell’autorità

Chiesa e potere

Preti neri preti rossi preti gialli

Sulla carne di gesso

Inchiesta sull’esistenza degli angeli custodi

Tra Washington e Campo de’ Fiori

La sbirraglia clericale

Il fantasma che garantisce e uccide

Gentili redattori di “Canenero”

Proclama

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Sans-titre – 1er Juillet 1984


Os Cangaceiros, n°1, Janvier 1985, p. 57.

Vendredi 15 juin, Le Pen organisait un meeting à Nantes où se pressait une racaille de bourgeois, commerçants, amoureux de l’ordre. Les partis de gauche trottinèrent en ville dans une vague manifestation de protestation, et replièrent promptement leurs banderoles. Ils ne pouvaient guère faire plus. La campagne contre les immigrés, “pour l’ordre et la sécurité des biens et des citoyens”, c’est aussi leur oeuvre, depuis l’attaque au bulldozer contre un foyer d’immigrés à Vitry, jusqu’au record d’expulsion d’immigrés par le ministre Deferre, en passant par te renforcement continu de la police, etc…
Dans las manifs contre Le Pen, les bons pantins démocrates de gauche n’étaient là que pour faire valoir leur boutique électorale, contre les mauvais pantins de droite et d’extrême-droite.
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Os Cangaceiros [Janvier 1985 – juin 1987]

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Os Cangaceiros [Janvier 1985 – juin 1987] est la réédition des trois numéros de la revue Os Cangaceiros, publiés entre janvier 1985 et juin 1987. Ephémère association de délinquants, les Cangaceiros livrent dans ces textes leurs visions des évènements politiques de l’époque et leurs manières de s’y confronter. Ce livre est disponible gratuitement dans différents lieux de diffusion ou en téléchargement sur ce site. Pour savoir où vous le procurer quixarru@riseup.net

# Introduction de décembre 2009 – PDF – 123.4 ko
# Os Cangaceiros [Janvier 1985 – juin 1987] – PDF – 5.9 Mo

In Defense of Western Civilization

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Christopher Manes (1985)

The American Indian lost the war of rifles but won by default the war of symbols. To the generations distracted by modernity, Native American culture has come to represent the simple, profound life this land proffered before technology botched everything. So many aspiring poets, graduate students of anthropology, and even a few sensible people have been making pilgrimages to medicine men that Indians now talk about a new tribe: The Wannabees. I imagine a good many environmentalists are also in the ranks, and that’s fine. When the ideals of passionate people begin to come of age, aspects of history get reinterpreted, re-emphasized, romanticized. And that’s fine too: romanticizing nature indicates a metaphysical disorientation, but romanticizing people is probably inevitable and suggests a healthy outlook on life (didn’t somebody call Earth First! a romance novel?). My experience is that only very stingy people dislike heroes.

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On Amnesty

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There has been reference in some anarchist papers recently to the ‘struggle for amnesty’ taking place by prisoners in Italy. Even without knowing much of what has been happening there in recent years, it doesn’t take much reflection to see there is a contradiction in terms here. A ‘struggle’ for amnesty is at best a contra-diction, in its true light it is one of the latest swindles by the repressive apparatus of the Italian State, requiring the complicity of a large part of what was once its contestant (at least in its present form) Both inside and outside the prison walls. Hence the rivers of words, theories, justifications and platitudes, amounting to no more than a fairly generalised ‘throwing in the towel’. ‘The War is over’, and the same laws that churned out life sentences and allowed for the release of vile traitors and grasses, are now sanctioning amnesty. The order is: continue the struggle with other means. The ones used till now have made too much noise. Abandon everything. Put aside the class struggle. Abandon the revolution.
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30 ΧΡΟΝΙΑ ΑΠΟ ΤΟΝ ΘΑΝΑΤΟ ΤΟΥ Χ. ΤΣΟΥΤΣΟΥΒΗ 15/5/1985

Στις 15 Μάη του 1985 εντοπίζεται στο Γκύζη από τους μπάτσους της ασφάλειας αττικής μια κλεμμένη μοτοσικλέτα…Κάνουν σήμα στον οδηγό να σταματήσει,αλλά έπεσαν την λάθος στιγμή ,στον λάθος άνθρωπο.Αναβάτης της είναι ένας αντάρτης πόλης που το όνομά του δεν θα ξεχαστεί ποτέ…Αρχίζει η καταδίωξη…και μετά τον λόγο παίρνουν οι πυροβολισμοί.Ο Χρήστος Τσουτσουβής πέφτει μαχόμενος με το όπλο στα χέρια του,αλλά μαζί του παίρνει τρεις μπάτσους.

τιμή για πάντα…

Αναρχικό Στέκι Utopia A.D.

Taller 1000: resumen y acuerdos de la PRIMERA SESIÓN. Mañana viernes segunda sesión!

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Taller 1000: resumen y acuerdos de la PRIMERA SESIÓN.

Tras aportarse datos sobre la época y contexto de surgimiento del MIL (fines de los 60, principios de los 70), y su relación con las luchas de su tiempo, leímos y comentamos el “prólogo inédito” y el primer capítulo, sobre “teoría revolucionaria”. Destacamos varias cosas al leer esas partes, pero no es ésta la ocasión de comentarlas.
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Operación Piñata: ¡Todos somos el enemigo!

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En 1985, el jurista conservador Günther Jakobs se congratuló ante el mundo de la aparición y desarrollo de una legislación restrictiva en clara contradicción con el Derecho Penal tradicional, dentro del cual constituía una parcela extraña a la que denominó Derecho Penal del Enemigo. Dichas leyes sancionaban conductas a las que la “autoridad competente” atribuía el papel de llevar a la comisión de actos delictivos aunque dichos actos no se hubieran cometido. El supuesto infractor sufría castigo no por hechos realizados, sino por hechos posibles.
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