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Liberazione Animale | Repressione – Dichiarazione individuale al processo “Green Hill” del 16 giugno

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DICHIARAZIONE AL PROCESSO GREEN HILL 16 GIUGNO 2015

Lo sfruttamento animale, dell’uomo e della terra è ciò su cui si basa il sistema tecno-industriale della nostra società.

Un sistema economico che tende alla massificazione dei profitti trasformando ogni essere vivente in oggetto, merce. Così viene istituzionalizzato il massacro di milioni di vite animali ogni anno.
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Something’s missing (en/it/fr/de) 2012

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“…we risk to come to the worst through unclear paths,
but because at the moment all the roads are precluded to us,
it is up to us to find a way out starting from here,
refusing at every occasion and
on all levels to give in”
Some decades ago, during the riots erupted in Brixton, England, some comrades found themselves in the eye of the storm. The riots were happening right outside of their house. What else could they have done but to go onto the streets and join the revolts? It is what they in fact tried to do, without succeeding.  The rioters, in fact, kicked them out.
Anarchists? Who are they? What do they want? They are not one of us, they don’t speak our language, they don’t have the same colour skin, they don’t have our same clothes, they don’t have our same codes of behaviour. In front of the exploding of wild and reckless riots, it is not enough to be an anarchist to be in the first row.

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Arcipelago

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Affinità, organizzazione informale e progetti insurrezionali

Perché tornare sulle questioni dell’affinità e dell’organizzazione informale? Di certo non perché manchino i tentativi di esplorare e approfondire questi aspetti dell’anarchismo, perché le discussioni di ieri come di oggi non ne siano in parte ispirate, o non esistano testi che abbordano tali questioni magari in maniera più dinamica. Ma certi concetti esigono senza dubbio uno sforzo analitico e critico permanente, se non vogliono perdere il loro significato a furia di essere frequentemente usati e ripetuti. Altrimenti le nostre idee rischiano di diventare dei luoghi comuni, delle «evidenze», terreno fertile per il gioco idiota della competizione di identità dove la riflessione critica diventa impossibile. Capita che la scelta dell’affine venga liquidata frettolosamente da alcuni come se si trattasse di un rapporto arroccato sulle proprie idee, un rapporto che non permetterebbe un contatto con la realtà e nemmeno con i compagni. Mentre altri agitano l’affinità come uno stendardo, una sorta di parola d’ordine — e come con tutte le parole d’ordine, spesso è il vero significato, profondo e propulsivo, ad esserne la prima vittima.

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Switzerland: Revolutionary greetings from imprisoned anarchist Marco Camenisch, on the occasion of the event for the Revolutionary Struggle case (Athens, 7–8 June 2012)

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From Switzerland I send my warmest revolutionary salutes to you, comrades, on the occasion of your event-festival on the 7th and 8th of June in Greece!

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Archipelago – Affinity, informal organization and insurrectionnal projects (en/it/fr) 2012

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Why come back to questions about affinity and informal organization? Certainly not because we are lacking attempts to explore and deepen these aspects of anarchism, not because yesterday’s discussion, like today’s, aren’t being somewhat inspired by them, and also not because there is a lack of texts – true, most of the time in other languages – that approach these questions perhaps in a more dynamic manner. However, without a doubt, certain concepts require a permanent analytical and critical effort, if they don’t want to loose their meaning by being all-too-often used and repeated. Otherwise our ideas risk becoming a common place, some “evidence”, a fertile ground for the idiotic game of identity competition, where critical reflexion becomes impossible. It also happens that the choice of affinity for some becomes quickly dismissed as if it was about a relationship perched on its own ideas, a relationship that would not allow a contact with reality and neither with comrades. While others wave it around like a banner, like some kind of slogan – and like all slogans, usually it is the real meaning, deep and propulsive, to be its first victim.
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Stranieri in un mondo alieno

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Wolfi Landstreicher
«… siamo soli ed abbiamo la totalità di un mondo di fronte a noi»
N’Dréa Doria
Sono stato un anarchico per oltre trent’anni. Per me questa non è mai stata un’identità a cui aggrapparsi, un’etichetta per darmi un senso di appartenenza. È stata piuttosto una sfida continua per affrontare la mia vita in maniera particolare, ponendomi costantemente la questione di cosa significhi rifiutare ogni forma di dominio e sfruttamento nella mia vita a livello pratico. Questo non è un interrogativo semplice con risposte facili, ma un problema con cui devo confrontarmi di continuo, perché qui e adesso sto affrontando un mondo in cui il dominio e lo sfruttamento definiscono i rapporti sociali, in cui la maggioranza degli individui sono spossessati di ogni possibilità di determinare la propria vita, alienati dell’energia creativa attraverso cui si potrebbe realizzare un simile progetto. In quanto anarchico, ho preso la decisione di rifiutare e combattere contro questo mondo. Ciò ha fatto di me un disertore, un outsider, di fatto uno straniero in un mondo alieno.

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Aria!

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Attorno alla lotta contro la costruzione di una maxi-prigione a Bruxelles

Questo è un dossier sulla lotta contro la costruzione d’una maxi-prigione a Bruxelles, lotta cominciata alla fine del 2012 e tuttora in corso.
Una lotta specifica, contro una struttura concreta del dominio. Se non ci si vuole limitare a intervenire qui e là, cercando di rintuzzare i mille orrori che quotidianamente ci impone questa società, allora si può sempre prendere in considerazione la possibilità di scegliere uno dei suoi progetti più significativi e decidere di iniziare una lotta autonoma contro di esso. Per non disperdersi in troppi rivoli, per non fare da truppa a battaglie altrui.

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Contributi Audio (Val Susa e Livorno) 2012

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Contributo audio di Marco Camenisch per iniziativa durante campeggio NoTav in Val Susa – Estate 2012

Contributo audio di Marco Camenisch per iniziativa durante campeggio NoTav in Val Susa – Estate 2012

Contributo audio di Marco Camenisch per il primo incontro per la liberazione della terra – 10-11-12 SETTEMBRE 2010 – Piombino (provincia di Livorno), Italia

Contributo audio di Marco Camenisch per il primo incontro per la liberazione della terra – 10-11-12 SETTEMBRE 2010 – Piombino (provincia di Livorno), Italia

L’urgenza dell’ATTACCO (it/en/fr/de) 2012

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Il fatto che viviamo in un mondo di merda dove stato e capitale ci impongono, sostanzialmente indisturbati, ogni sorta di mostruosità è ormai assodato. Pure è una certezza che solamente un’infima minoranza della popolazione cerca di opporsi, in maniera più o meno cosciente, alla soppressione di ogni spazio di autonomia e libertà che renda la vita degna di essere vissuta. Parte di questa piccola minoranza, noi anarchici, consapevoli dell’urgenza di distruggere quanto ci opprime: perché non siamo più determinati ed incisivi?


Uno dei freni più grandi e seri alla nostra azione è sicuramente la paura di mettere realmente in gioco la nostra vita. Questo è un aspetto centrale della lotta rivoluzionaria, molto spesso non affrontato a sufficienza, perché ci costringe a fare i conti con noi stessi e con le nostre debolezze.
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