Camillo Berneri (1897-1937) was an Italian anarchist forced into exile in 1926 as a result of his anti-fascist activities. A professor of literature and philosophy, he refused to take an oath of allegiance to Mussolini and to join the Fascist “syndicate,” a state controlled corporativist organization (not to be confused with the revolutionary trade union organizations of the anarcho-syndicalists, such as theUnion Sindicale Italiano(USI) – Italian Syndicalist Union). Berneri moved from country to country, being refused refugee status and often expelled. He was a prolific writer active in the international anarchist and anti-fascist movements. English translations of some of his writings can be found at: http://struggle.ws/berneri.html. Continue reading Camillo Berneri: Against the Racist Delirium→
Publicado originalmente en el tercer número de Guerra di classe el 24 de octubre de 1936.
Mientras nosotros, los anarquistas, queremos la extinción del Estado mediante la revolución social y la constitución de un orden nuevo autonomista-federal, los leninistas quieren la destrucción del Estado burgués, pero asimismo la conquista del Estado por el «proletariado». El «Estado del proletario» —dicen— es un semi-Estado porque el Estado integral es el burgués, destruido por la revolución social. Incluso este semi-Estado, según los marxistas, debe a su vez morir de muerte natural. Continue reading La abolición y extinción del Estado – Camillo Berneri→
Vecchio di ottant’anni, questo scambio di vedute fra Camillo Berneri, all’epoca già noto “revisionista” anarchico, e Max Sartin, redattore dell’intransigente L’Adunata dei Refrattari, ha mantenuto intatta tutta la sua attualità. I riferimenti storici possono anche invecchiare, il significato di quanto viene espresso no. Da una parte, l’invito a sporcarsi le mani senza badare alle possibili contraddizioni: la politica, prima di tutto. Dall’altra, la scelta di battersi senza scendere a compromessi di alcun genere: l’etica, innanzitutto. Alle soglie del terzo millennio, pur immersi in un frastuono che fa perdere i sensi, non siamo poi molto lontani. Continue reading A proposito di soviet ed anarchia→
Anche quest’anno sbandiereranno i cortei popolari, col ragliare degli asini in calore e lo sbocciare delle rose e il rifiorire di tutti i fiori cafoni della retorica da segretario galante? La profumata brezza del Maggio gonfierà le variopinte sete delle bandiere? Il sole rischiarerà le porpore stinte e farà brillare le dorate lance delle alabarde corporative? Avremo i luccichii d’argento e d’oro e il rosseggiare di serici colori da parata? Avremo le processioni con fanfare, applausi, pigia-pigia, facce estasiate, gole urlanti, sudori, entusiasmi di un’ora? Passeranno per le vie, si addenseranno sulle piazze i coscienti ed evoluti lavoratori dai volti indomenicati, festaioli, rossi di entusiasmo, gocciolanti di sudore, tumidi per gli sforzi vocali? Sfileranno e comizieranno col rosso garofano all’occhiello della giacca più bella?
Vecchio di ottant’anni, questo scambio di vedute fra Camillo Berneri, all’epoca già noto “revisionista” anarchico, e Max Sartin, redattore dell’intransigente L’Adunata dei Refrattari, ha mantenuto intatta tutta la sua attualità. I riferimenti storici possono anche invecchiare, il significato di quanto viene espresso no. Da una parte, l’invito a sporcarsi le mani senza badare alle possibili contraddizioni: la politica, prima di tutto. Dall’altra, la scelta di battersi senza scendere a compromessi di alcun genere: l’etica, innanzitutto. Alle soglie del terzo millennio, pur immersi in un frastuono che fa perdere i sensi, non siamo poi molto lontani.
Camillo Berneri – Gli eroi guerreschi come grandi criminali (Ed. Archivio Famiglia Berneri 1987)
[Puj] Io per rilassarmi solitamente leggo vecchi opuscoli anacronistici. Questo, a firma di Camillo Berneri, filosofo anarchico anti-fascista, morto in Spagna durante la guerra civile, è anche ricco di spunti interessanti e pure attuali. Il libretto raccoglie alcuni articoli redatti tra il ‘25 e il ‘29 quando Berneri, in fuga dall’Italia fascista, si era rifugiato in Francia. L’autore si scaglia contro il mito dell’eroismo del soldato, linfa vitale di tutta la propaganda patriottica e guerresca tanto di moda all’epoca, smontandolo pezzo per pezzo. Continue reading Gli eroi guerreschi come grandi criminali (Ed. Archivio Famiglia Berneri 1987)→
En lisant le livre de Carlo Roselli, Socialisme libéral (Paris, 1930) je relève ce passage « juger la masse avec pessimisme implique un jugement pessimiste de l’homme, la masse n’étant autre chose que l’ensemble d’individualités concrètes. Du moment qu’on déclare la masse incapable de saisir, ne serait-ce que d’une façon grossière et primitive, la valeur de la lutte pour la liberté, on déclare aussi que l’homme est fermé à tout instinct qui n’est pas purement utilitaire. Continue reading L’idolâtrie ouvrière→
«El anarquismo es una ideología de masas». La «Plataforma» dice:
«La lucha de clases creada por la esclavitud de los trabajadores y por sus aspiraciones de libertad hizo nacer en el seno de los oprimidos la idea del anarquismo: la idea de la completa negación del sistema de comunidad basado sobre principios de clase y de Estado, la idea de la sustitución de este sistema por una sociedad libre y no estatista de trabajadores que se autoadministran».
Los pensadores eminantes del anarquismo han encontrado, según la «Plataforma», esta idea de la acción popular y no han hecho sino elaborarla y propagarla. Continue reading La Plataforma→
Fascism, the triumph of the irrational, has taken the most discredited myths of pre-scientific ethnology to its bosom. One of the theorists of Hitlerism (assuming that it can be regarded as a body of doctrine), Ernest Krieck, in his book National Political Education (page 17), proclaims the need to subject science to National Socialist politics, thereby giving science the kiss of death. Continue reading Against the Racist Delirium→
En lisant le livre de Carlo Roselli, Socialisme libéral (Paris, 1930) je relève ce passage « juger la masse avec pessimisme implique un jugement pessimiste de l’homme, la masse n’étant autre chose que l’ensemble d’individualités concrètes. Du moment qu’on déclare la masse incapable de saisir, ne serait-ce que d’une façon grossière et primitive, la valeur de la lutte pour la liberté, on déclare aussi que l’homme est fermé à tout instinct qui n’est pas purement utilitaire. Continue reading L’idolâtrie ouvrière→
